quanti modi per far drizzare il pelo ……..al cinghiale?
La caccia al cinghiale vede al momento il massimo splendore, la bestia nera si sta allargando su tutto il territorio nazionale facendo fiorire in ogni posto nuove squadre di caccia al cinghiale (spesso riciclate dalle squadrette di caccia alla lepre) e, complice la diminuzione della selvaggina correlata alla bramosia di avere un sacchetto della saporita carne del suide, la lista dei nuovi adepti di questo credo si allarga di giorno in giorno.
Paese che vai usanza che trovi, quindi parlando anche con gli amici del sito ho potuto vedere che la caccia al cinghiale da nord a sud viene effettuata in modi diversi.
LA BATTUTA: come diceva l’intramontabile nonché mio compaesano Marchese Eugenio Niccolini nelle sue “GIORNATE DI CACCIA” la battuta è un appellativo improprio che mal si adatta per la caccia al cinghiale, questo è il termine specifico per la caccia al fagiano con il cosiddetto metodo all’Inglese (driver) che oggi come allora si fa nelle riserve padronali (vedasi quella di Camugliano tanto cara al Piccolini) dove si mettono delle poste ed una fila di battitori (da qui la parola battuta) si muovono in linea senza l’ausilio del cane, e con urla e “battute” sugli arbusti indirizzano i fagiani e la selvaggina in genere alle poste, dove un gentiluomo dotato di coppia di fucili ed aiutato dal servente spara a spron battuto.
LA BRACCATA O CACCIARELLA: per come le conosco io sono quelle che tutti noi chiamiamo battute, cioè quell’azione combinata di uomini e cani che portano allo scovo del cinghiale ed al suo successivo abbattimento (padelle permettendo).
Da quanto mi risulta ed in tal senso accetto smentite da chi ne sa più di me, la differenza che c’è tra Braccata e cacciarella è limitata solo al numero dei partecipanti maggiore nella prima rispetto che nella seconda.
Gli elementi costitutivi sono gli stessi Canai (o canettieri)- Poste (o postatoli) – Bracchieri (o scaccini), cosa fanno poi lo sappiamo tutti…inutile tediarvi
LA GIRATA: è il metodo di nuova concezione paraverdoide che, per non disturbare la selvaggina vede scendere in campo un numero limitato di persone (da 8 a 15) ed al massimo 1 / 2 cani con il brevetto di limiere.
Tale tecnica ha visto le prime luci sull’Appennino Tosco Emiliano, per poi allargarsi a macchia d’olio per consentire l’abbattimento dei cinghiali in quelle zone dove l’amministrazione locale, deciso che le stesse non sono vocate alla permanenza del suide (da noi denominate ZONE BIANCHE) ne vede ne ha visto la presenza come fonte di oneri aggiuntivi sotto la voce DANNI, in breve per levare i cignali dove non ce li volevano vedere!!!!!
La tecnica di approccio è semplice in quanto trattandosi di areali ristretti, gli animali vengono tracciati con il cane limiere collegato alla lunga (guinzaglio di cuoio di oltre 5 metri) fino ai luoghi di rimessa che, una volta rintracciati, vengono accerchiati dai postatoli e, successivamente viene sciolto il cane con il compito di mettere in piedi le bestie….il resto è storia
LACACCIA A SINGOLO: altra innovazione della nuova genia di amministratori della caccia, dovrebbe essere da una solo persona in forma di appostamento o vagante con o senza l’ausilio di cani – solo nelle aree non vocate- (vedi sopra per la definizione). No comment.
la caccia di selezione : dulcis in fundo mi sono lasciato la mia simpatia, scusate amici, ma molti di voi già sanno come la penso sul binomio selezione/cinghiale ed anche sulla sola selezione. Colleghi selecontrollori non me ne vogliate, ma per quel che mi riguarda ammazzate (ops. Selezionate!!!) tutti i caprioli, daini, cervi mufloni “in eccesso” ma lasciate perdere i cinghiali…quelli si cacciano all’italiana e cioè col cane…mica siamo mitteleuropei NOI!!!!
Se non l’avete capito per me esisterebbe solo la braccata o cacciarella che dir si voglia per gli altri casi…..mi avvalgo della facoltà di non rispondere.